Ogni stagione video ludica porta con sé una vera e propria ventata di novità. Le case produttrici immettono sul mercato nuovi titoli che, destinati ai dispositivi e alle console più varie, sono in grado letteralmente di spopolare in tutto il mondo tra i grandi amanti del gaming. Il 2017, ad esempio, è stato l’annus mirabilis di Fortnite. Sviluppato da Epic Games in collaborazione con la casa polacca People Can Fly, Fortnite viene lanciato piuttosto in sordina nell’estate dell’anno sopra citato. È nella settimana tra il 21 luglio e il 28 luglio che il videogioco sbarca su console quali PS4 e XBox One, per poi essere rilasciato di lì a poco anche sui sistemi operativi Windows e macOS di Apple. Ma è grazie ai dispositivi portatili che il videogioco americano ha avuto la possibilità di andare incontro a un successo decisamente inaspettato: al lancio per PC, infatti, è seguita a distanza di diversi mesi (primavera ed estate 2018) la distribuzione su piattaforme quali iOS e Nintendo Switch, a cui va aggiunto l’approdo su Android (datato agosto 2018) nella classica modalità beta.
Ma, più nel dettaglio, che cos’è Fortnite? E quali sono i fattori che hanno consentito al videogioco di divenire un fenomeno planetario? Partiamo dalla delineazione di alcune caratteristiche del prodotto in questione. Fortnite non è altro che un videogioco di sopravvivenza, uno spara tutto concepito in terza persona nel quale l’utente ha la possibilità di giocare a partire da due modalità differenti: la modalità denominata “Salva il mondo” e la modalità “Battle Royale” (in italiano “Battaglia reale”).
Scopo della prima variante è quello di tentare, per l’appunto, di salvare il mondo dopo che quest’ultimo è stato colpito da una tempesta devastante, in grado di sterminare grosso modo il 98% della popolazione della Terra. Obiettivo del giocatore è dunque quello di provare a risanare il pianeta che, nel frattempo, è stato parzialmente ripopolato da gruppi di alieni, e per far ciò è necessario portare a termine missioni in solitaria o in cooperativa al fine di proteggere i pochi sopravvissuti e costruire armi per la ribellione.
Scopo della seconda variante, invece, che è poi la modalità che ha consentito al videogioco di accrescere la propria fama su scala mondiale, è quello di sopravvivere all’interno di un’isola nella quale sono presenti altri 99 giocatori (per un totale di 100 single player), anch’essi impegnati nella lotta per la sopravvivenza. La modalità in questione offre anche la possibilità di giocare in coppia, a gruppi di tre o quattro giocatori, con i singoli utenti che all’inizio del gioco possono scegliere il luogo sul quale paracadutarsi in maniera tale da dare il via a tutte le operazioni di ricognizione. Nella “Battle Royale” i giocatori devono quindi badare sia agli avversari che all’avanzata della tempesta citata in precedenza, con le partite che, di fatto, termineranno nel momento in cui un solo giocatore rimarrà in vita (o il componente di una squadra nelle battaglie in team).
Un gioco per professionisti
Mese dopo mese il livello di coinvolgimento di Fortnite si è innalzato a un livello tale da spingere gli sviluppatori del gioco a fornire nuovi aggiornamenti in grado di introdurre nuovi personaggi, nuovi equipaggiamenti, nuove strategie finalizzate ad ampliare ulteriormente il mondo creato in precedenza. La profondità degli upgrade ha permesso al gioco di crescere a dismisura, divenendo il videogioco celebre e appassionante così come lo conosciamo oggi. E non solo. Gli approfondimenti introdotti dai creatori di Fortnite hanno permesso a milioni di giocatori (esatto, milioni: nella primavera del 2019 la piattaforma contava più di 250 milioni di utenti registrati) di aumentare la propria esperienza, sino a raggiungere, in casi tutt’altro che isolati, una sorta di livello di gioco “professionistico”.
Al giorno d’oggi, infatti, Fortnite viene riconosciuto come un videogioco all’interno del quale convivono utenti amatoriali e utenti professionisti; a testimonianza di ciò è sufficiente ricordare come nel mondo, con cadenza variabile, si svolgano eventi multimediali interamente dedicati allo svolgimento di competizioni di Fortnite in grado di coinvolgere un parco giocatori particolarmente ampio, con gli utenti più capaci che hanno la possibilità di vincere premi in denaro. Sì, denaro. Il gioco di Epic Games è entrato nell’Olimpo dei prodotti videoludici nel momento in cui hanno iniziato a diffondersi eventi e competizioni a premi destinate agli amanti del videogioco in questione, in un atteggiamento febbrile che, di fatto, non ha ancora subito battute di arresto.
Grazie a Twitch un successo planetario
Ma come spiegare un successo simile? Come è riuscito un singolo videogioco ha raggiungere in così poco tempo una fama senza eguali nella storia del gaming? Gran parte del merito va riconosciuto senza alcun dubbio a Twitch, piattaforma di live streaming dedicata appositamente alla condivisione di contenuti videoludici in diretta con protagonisti gamer e le loro partite giocate in modalità live. Twich, nato come una sorta di “costola” della piattaforma streaming “Justin.tv”, è stato concepito anche come sito per la trasmissione di tornei di eSports (le competizioni “sportive” in formato elettronico), con le partite condotte da professionisti e amatori affiancate da talk show ed eventi di informativi di vario tipo (ma sempre dedicati al gaming).
Il successo, dunque, è derivato anche e soprattutto dal fatto che milioni di giocatori hanno iniziato di volta in volta a filmare le proprie partite, catturando le proprie emozioni in diretta streaming e coinvolgendo follower e utenti di tutto il mondo in maniera anche piuttosto semplice. Ecco dunque spiegato lo straordinario successo che ancora oggi Fortnite è in grado di raggiungere, una fama praticamente inalterata che, ne siamo sicuri, perdurerà ancora a lungo nel corso del tempo.